Non Devi Piacere a Tutti: Il Personal Branding Femminile che Fa la Differenza




Perché serve parlare di personal branding femminile nello sport
Parlare di branding femminile nello sport non significa creare una categoria a parte, ma riconoscere che — ancora oggi — l’esperienza sportiva per una donna è diversa. Diversa per visibilità, per narrazione, per aspettative sociali.
Non è solo questione di numeri (anche se pesano): meno copertura mediatica, meno sponsor, meno rappresentanza ai vertici. È questione di percezione. Per ogni vittoria c’è spesso anche una battaglia invisibile: contro stereotipi, contro pressioni estetiche, contro il giudizio costante.
Ecco perché serve un brand personale solido. Non per apparire, ma per affermarsi. Non per piacere, ma per contare. Il personal branding al femminile è un atto di consapevolezza: costruire la propria voce significa poter decidere come essere viste, ascoltate e ricordate.
Come ho già scritto nell’articolo ["Il personal branding per atleti: perché devi iniziare oggi"], non si tratta di marketing. Si tratta di identità, visione e autonomia. Per ogni atleta donna, costruire un brand oggi è uno strumento concreto per difendere chi si è — e per costruire dove si vuole andare.
Il primo passo: scegliere di essere se stessa, non ciò che “funziona”
Costruire un brand autentico significa prima di tutto scegliere chi vogliamo essere, non chi conviene sembrare. E per un’atleta donna, questa scelta è ancora più complessa: spesso il sistema ti premia se aderisci a uno stereotipo — se sei "semplice da raccontare", se non disturbi, se stai al tuo posto.
Molte giovani atlete cadono in questa trappola: pubblicano contenuti che piacciono, non quelli che le rappresentano. Sorridono quando sono esauste. Mostrano solo le vittorie e mai le battaglie interiori. Ma alla lunga, un brand costruito sull’approvazione degli altri si rompe. Un brand costruito sulla verità, invece, resiste.
Scegliere di raccontarsi davvero significa mostrare chi sei — dentro e fuori dallo sport. Significa parlare di ciò che ti appassiona, di ciò che ti indigna, di come ti alleni e perché lo fai. Anche se non è sempre "instagrammabile".
Vuoi un esempio? Guarda le interviste di atlete come Alice Volpi o Elisa Di Francisca, schermitrici che non si sono mai nascoste dietro una narrazione addomesticata. Hanno parlato apertamente di equilibrio tra sport e femminilità, tra sacrificio e visibilità. E oggi sono seguite e stimate non solo per i risultati, ma per ciò che rappresentano.
Il primo passo non è pubblicare qualcosa che "funziona". È pubblicare qualcosa che ti somiglia.
Gli elementi chiave di un brand femminile forte, autentico e rispettato
Un brand personale femminile non deve essere costruito per piacere. Deve essere costruito per rappresentare. Rappresentare una visione, un modo di stare nello sport, un'identità coerente dentro e fuori dal campo.
Vediamo nel dettaglio cosa significa:
✔ Coerenza tra persona e atleta
Essere un’atleta non ti rende automaticamente un personaggio. E se sei costretta a comportarti in un certo modo solo per piacere ai media o ai brand, allora stai recitando. Il brand vero nasce quando ciò che sei nella vita quotidiana coincide con ciò che comunichi nel tuo percorso sportivo. Le persone ti seguono perché si riconoscono nella tua realtà, non nella tua perfezione.
✔ Valori chiari
La differenza tra chi viene ricordata e chi viene dimenticata spesso sta nei valori. Sei un’atleta che lotta per l’inclusività? Per il rispetto? Per la parità? Comunicalo. Non serve farne una bandiera a ogni post, ma lasciar emergere questi valori nel modo in cui ti esprimi, scegli le parole, rispondi, agisci. I valori sono la bussola del tuo brand.
✔ Comunicazione autentica e consapevole
Non devi raccontare tutto. Ma ogni volta che scegli di condividere qualcosa, chiediti: "Sto comunicando qualcosa che mi rappresenta o sto solo riempiendo lo spazio?" L’autenticità non vuol dire spontaneità senza filtri, ma sincerità con consapevolezza. Chi ti segue vuole verità, non casualità.
✔ Atteggiamento, tono e visione
Il modo in cui parli, i toni che usi, gli argomenti che scegli: tutto comunica. Sii chiara, assertiva, anche scomoda quando serve. Il tuo brand cresce ogni volta che ti prendi lo spazio per dire qualcosa che pensi davvero, anche se non è "popolare". E sì: si può essere autorevoli e femminili allo stesso tempo, senza scendere a compromessi.
Ti consiglio di leggere anche l’articolo "[Come costruire un’identità da atleta]": lì trovi un metodo pratico per capire chi sei davvero e come comunicarlo.
I falsi miti da smontare
Uno dei primi ostacoli nella costruzione del tuo brand è la quantità di falsi miti che ancora circondano le atlete.
Frasi come:
"Sei carina, non serve altro."
"Meglio se non dici troppo."
"Attenta a non sembrare aggressiva."
non sono semplici luoghi comuni: sono messaggi tossici che limitano la libertà espressiva, la credibilità e la crescita di moltissime ragazze nello sport.
Queste narrazioni non solo frenano lo sviluppo del tuo brand, ma influenzano anche il modo in cui ti percepisci. Se inizi a credere che l’unico modo per farti notare sia piacere, smetterai di puntare su ciò che sei davvero: una persona competente, ambiziosa e capace di ispirare.
Un personal branding femminile solido nasce proprio dal coraggio di scardinare questi stereotipi. Prendi ad esempio Martina Caironi: ha deciso di mostrarsi per quella che è, dentro e fuori dalla pista. Parla apertamente di sport, disabilità, corpo e identità. Il suo brand è credibile perché è umano, non costruito su una posa.
Ricorda: il rispetto non si elemosina, si costruisce. E il tuo modo di comunicare — anche sui social — può essere uno strumento per educare chi ti guarda, non solo per farti accettare.
Il tuo obiettivo non è piacere a tutti. Il tuo obiettivo è non tradire te stessa mentre costruisci qualcosa che ti rappresenta davvero.
Social media: come usarli senza farsi usare
I social media possono essere il tuo trampolino o il tuo boomerang. Tutto dipende da come scegli di usarli.
Un esempio da cui trarre ispirazione è Sara Cardin, pluricampionessa di karate. Ha scelto di raccontare anche i momenti difficili, come il burnout e l'ansia da prestazione, trasformando la fragilità in forza comunicativa. Quel tipo di verità — detta con lucidità e rispetto — costruisce connessione, fiducia, valore.
Ecco alcune linee guida per usarli in modo strategico e sicuro:
🛡 Proteggi la tua immagine
Non devi mostrare tutto. Ma ogni cosa che scegli di condividere dovrebbe rappresentarti. Se un contenuto non ti fa sentire bene, non è il contenuto giusto.
🎯 Punta sulla qualità, non sulla quantità
Non serve pubblicare ogni giorno. Serve pubblicare con senso. Il dietro le quinte di un allenamento, una riflessione sincera, una frase che racconta il tuo percorso… sono contenuti che restano.
📢 Pretendi rispetto e stabilisci confini
Bloccare, eliminare, ignorare non è debolezza: è protezione. Il tuo spazio online va curato come il tuo corpo in allenamento. Difendilo.
💡 Comunica ciò che ti rende forte, non solo ciò che "funziona"
Chi ti segue vuole vedere chi sei, non solo come appari. La forza mentale, il processo, le emozioni vere sono parte integrante del tuo brand.
Per approfondire questo approccio, ti consiglio l’articolo "[Social Media per Atleti: come usarli per costruire una carriera]": troverai strumenti pratici per rendere la tua comunicazione efficace e sostenibile.
Il brand personale come alleato per sponsor, credibilità e crescita
Per molte atlete, parlare di sponsor può sembrare qualcosa riservato a chi ha già vinto tutto. In realtà, oggi i brand vogliono partner che sappiano comunicare identità, valori e visione — soprattutto se lo fanno in modo autentico e coerente.
E qui il personal branding femminile fa la differenza: quando racconti il tuo percorso con consapevolezza, quando scegli cosa dire e come dirlo, stai già costruendo credibilità. E la credibilità è moneta preziosa nel mondo sportivo e professionale.
Perché un brand dovrebbe scegliere proprio te? Perché non sei solo numeri o medaglie. Sei una storia, una posizione, un esempio per tante ragazze che ti guardano. Questo ti rende interessante per i media, per gli sponsor, ma anche per allenatori e realtà che vogliono atlete con un’identità forte e valori condivisi.
Pensa ad atlete come Veronica Yoko Plebani, che ha fatto del proprio corpo e della propria storia un manifesto di libertà e resilienza, diventando punto di riferimento per il mondo paralimpico ma anche per la moda e la comunicazione. O a Elisa Di Francisca, che usa la sua voce per parlare di maternità, parità e sport.
Un personal brand chiaro non è solo un vantaggio per oggi: è un ponte verso il futuro. Ti prepara per quando smetterai di gareggiare, ma non vorrai smettere di contare.
Vuoi imparare a presentarti in modo professionale? Leggi gli articoli: "[Come scrivere una mail di candidatura per una sponsorizzazione]" e "[Come creare il tuo media kit da atleta]": sono strumenti pratici per passare dall’identità alla strategia.
🔚 Conclusione personale
Se sei un’atleta e stai leggendo questo articolo, sappi che non sei sola. So bene quanto sia difficile trovare spazio senza dover cambiare pelle per piacere.
Il tuo personal brand non deve essere una maschera, ma una dichiarazione. Non ti serve essere perfetta. Ti serve essere presente, autentica, riconoscibile.
E se ogni volta che pubblichi, ti chiedi: “Questo parla davvero di me?” Allora stai già facendo un lavoro incredibile.
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