Istamina: non tuo tollero!
Da: Claudia -
Categoria:
Nutrizione

Nel 2011, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha pubblicato un rapporto scientifico avvertendo che i livelli di ammine biogene presenti negli alimenti commercializzati nei paesi dell'Unione Europea possono comportare un rischio per la salute dei consumatori. Tra questi, l'istamina ha il più alto potenziale tossico, insieme alla tiramina, ed è quindi di grande interesse in termini di sicurezza alimentare.

L'istamina è presente in un'ampia gamma di alimenti, in concentrazioni molto variabili, che sono la principale fonte esogena di questo composto.
Gli alimenti che potenzialmente contengono alti livelli d’istamina sono:

a) quelli alterati, come pesce e carne, o prodotti derivati che possono essere stati conservati o lavorati in condizioni igieniche non idonee
b) prodotti fermentati, come formaggi, vino, birra
Sebbene l'istamina abbia importanti funzioni fisiologiche nel corpo, può rappresentare un rischio per la salute se ingerita a livelli elevati.
L'intolleranza all'istamina, può essere definita come un disturbo derivante dalla ridotta capacità di degradazione dell'istamina nell'intestino, che porta al suo accumulo nel plasma e alla comparsa di effetti avversi.
I sintomi sono strettamente legati alle varie funzioni fisiologiche dell'istamina nell'organismo e generalmente si manifestano 20-30 minuti dopo l'ingestione, sono di gravità bassa/moderata e regrediscono in poche ore.
Esiste una notevole variabilità interindividuale nella tolleranza all'istamina: è importante capire come ogni persona risponde all'assunzione di livelli variabili di istamina dal cibo. In aggiunta, l'alcol e alcuni componenti alimentari, come altre ammine biogene, possano avere un effetto potenziante sulla tossicità dell'istamina.


Le manifestazioni dell’intolleranza all’istamina sono:
a) disturbi a livello gastrointestinali (es. nausea, vomito e diarrea)
b) disturbi del sistema nervoso e cardiovascolare (vertigini, mal di testa, formicolio e palpitazioni)
c) sintomi respiratori
d) sintomi dermatologici (es. arrossamento, rash, orticaria, prurito, edema e infiammazione locale)
Una dieta a basso contenuto d’istamina o priva d’istamina è attualmente la principale strategia per il trattamento preventivo dell'intolleranza all'istamina.
Queste diete escludono una serie di alimenti che possono contenere alti livelli d’istamina o istamino-liberatori.
In una dieta ad esclusione, anche se non esiste una linea guida universale, generalmente si eliminano:
A) Cibi ricchi d’istamina:
- Alimenti derivanti da processi di fermentazione quali: crauti, vino, spumante, birra, aceto di vino, miso, yogurt, formaggi fermentati e stagionati (gorgonzola, taleggio)
- Lievito.
- Conserve e salse quali ketchup o salsa di soia.
- Pesce in scatola (es. sardine, tonno, sgombro, ecc.) o affumicato (aringa, salmone, ecc.).
- Crostacei e frutti di mare.
- Carne insaccata (es. salsicce, salame), stagionata (es. prosciutto crudo, speck) o in scatola.
- Verdure quali: pomodori, melanzane, funghi e spinaci.
- Alcolici.
B) Cibi istamino-liberatori:
- Caffè
- Cioccolato, cacao e derivati
- Frutta fresca quale: fragola, banana, mandarini, ananas, papaya, agrumi, kiwi, lampone, pera, avocado
- Crostacei, molluschi e frutti di mare
- Frutta secca come: noci, nocciole, mandorle e anacardi
- Uovo (soprattutto albume)
- Carne di maiale
- Alcuni additivi alimentari come: glutammato, benzoato, diversi coloranti (E-102, E-110, E-124, E-123), solfiti e nitriti

Sebbene non ci siano ad oggi evidenze scientifiche che abbiano valutato l'efficacia clinica di questo trattamento preventivo, finora i risultati ottenuti risultano promettenti.